Come si progetta un componente meccanico? Questa non è
affatto una domanda facile alla quale rispondere. Servono due delle qualità più
importanti che un ingegnere deve avere, al di là della conoscenza, ovviamente.
Esse sono la creatività ed una buona dose di pigrizia. Sembrerà strano leggere questa
affermazione , ma proseguendo con la lettura saranno senza dubbio più chiare le
ragioni che sono alla base di quest’ ultima frase.
Di certo con pigrizia non si intende la poca volontà nel
lavorare o nel portare a termine progetti lunghi e complessi, ma la mentalità
che porta ogni persona ad ottenere i migliori risultati possibili con il minimo
sforzo, cercando di realizzare soluzioni tanto efficaci quanto semplici.
In questo senso, usando una “proporzione matematica”, la pigrizia sta al progettista come la penna allo scrittore.
In questo senso, usando una “proporzione matematica”, la pigrizia sta al progettista come la penna allo scrittore.
Il primo passo da eseguire consiste nell’osservare un
problema e guardarsi intorno per accertarsi che altri non lo abbiano già
affrontato, magari trovando anche delle soluzioni. Successivamente si passa
alla realizzazione di un disegno, e quindi di un modello 3D, con una geometria quanto più semplice possibile, ma che dia idea
degli ingombri e delle possibili limitazioni della soluzione.
Primo modello di un supporto |
Così dopo aver realizzato il modello di base si sfrutta un
arma potentissima messa a disposizione dei progettisti negli ultimi anni: la
simulazione. Uno strumento che consente
di ottimizzare il più possibile le parti meccaniche progettate prima che esse
vengano messe in produzione, al fine di risparmiare moltissimo tempo, denaro,
lavoro, massae cosi via. Essa è tanto potente quanto complessa e può rivelarsi
un’arma a doppio taglio se non utilizzata correttamente.
Alla base della simulazione infatti vi è il concetto di
discretizzazione di un modello, che deve essere precedentemente realizzato con
un CAD,, tramite un insieme di nodi ed elementi di varia geometria. Questo metodo è detto metodo degli elementi
finiti (FEM) e ha lo scopo di simulare le
caratteristiche reali del componente in un ambiente virtuale, per ottenere
delle soluzioni approssimate a dei problemi normalmente descritti da equazioni
differenziali. L’insieme di questi elementi forma la mesh del componente e può essere composta da
elementi: 3D come tetra (tetraedri) o Exa (Esaedri), 2D come quad (quadrati) o
tria (elementi triangolari) nel caso di solidi con una dimensione trascurabile rispetto alle altre. Nel
caso di geometrie in cui due dimensioni sono trascurabili rispetto ad una terza
(cavi o travi), si utilizzano invece elementi 1D.
La mesh fà sì che i nodi siano connessi da elementi a cui vengono
attribuite le proprietà del materiale selezionato, quali il modulo di Young E e
il coefficiente di Poisson ν, che tramite la combinazione lineare di funzioni
algebriche permetteranno di fornire, come output, delle deformazioni in base a
definite condizioni al contorno, ad esempio. Questo permette di prevedere il comportamento
del componente che si sta progettando in base ai vincoli e carichi che sono
stati considerati.
Il punto debole di questo metodo è quello che si sta
realizzando un modello ad elementi finiti di un componente che si potrebbe
assumere come continuo, per questo per ottenere risultati “approssimati” tanto
più vicini alla realtà quanto possibile, si usa “infittire” la mesh nelle zone di maggior interesse.
Mesh di un supporto |
Perché in base al numero di elementi utilizzati le matrici da
elaborare dal sistema di calcolo assumono dimensioni sempre maggiori, ed in
base al tipo di simulazione i tempi di calcolo possono essere linearmente o
addirittura esponenzialmente proporzionali al numero di elementi utilizzati, il
che porterebbe a tempi di calcolo insostenibili. E’ evidente quindi come un
bravo ingegnere debba utilizzare il metodo degli elementi finiti per realizzare
un modello che sia tanto accurato quanto rapido da simulare.
Stati tensionali di un supporto |
Stati tensionali di un supporto "alleggerito" |
Messa in tavola del supporto |
Il supporto "vero" realizzato |
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