Team H2politO 2015

Team H2politO 2015

30 ottobre 2014

Da Torino a Mosca: 3023 km con un litro di benzina. Impossibile? No, IDRApegasus!

Iniziamo a raccontare i nostri veicoli, e partiamo da  IDRA.
Proprio in questi giorni, infatti, IDRApegasus ha ceduto il testimone alla sua “mamma” IDRA11 in quanto non più conforme al regolamento tecnico della SEM del 2015 ed è andata in esposizione al Museo dell’Automobile di Torino. Ci piace l’idea di “celebrarla” cercando di fare conoscere cosa si nasconde “dentro” un prototipo ad alto contenuto tecnologico.

IDRApegasus e IDRA11 Si passano il testimone al Museo dell'Automobile di Torino

IDRApegasus ha partecipato alla SEM nella categoria prototype, dedicata a veicoli molto spinti a livello di progettazione, soprattutto in termini di ingombri e alleggerimenti, e, in particolare, nella categoria “a idrogeno”, il che vuol dire utilizzare una Fuel Cell.  


IDRApegasus ha infatti una fuel cell da 1 kW alimentata da idrogeno gassoso, la cui corrente elettrica prodotta alimenta un motore elettrico da soli 200 W ed è stata capace di ottenere un consumo di 3023 km con l’equivalente energetico di un litro di benzina. I risultati della competizione vengono infatti convertiti da km/kWh a km/L in modo da essere più comprensibili a tutti. 
L’elettronica di controllo del motore elettrico e della fuel cell è stata sviluppata all’interno del Team, con una scheda di attuazione che gestisce il flusso di corrente dalla cella al motore elettrico, ventola di reazione e raffreddamento e una scheda di sicurezza che è in grado di monitorare il livello di idrogeno, ai fini della sicurezza, eventualmente presente nel vano motore e, in condizioni di emergenza, è in grado di spegnere il veicolo. A questo si aggiunge un’interfaccia HMI (Human Machine Interface) montata nell'abitacolo che è in grado di fornisce al pilota le informazioni necessarie durante la competizione e un sistema di telemetria.
La strategia di gara è una componente molto importante ai fini del risultato e proprio per ridurre i consumi è stato sviluppato un sistema che permette di disaccoppiare il motore e la ruota motrice per ridurre gli attriti durante delle fase di Coast-Down, in cui si spegne il motore e si procede grazie alle azioni di inerzia. Sempre per la riduzione degli attriti, e quindi avere un’elevata efficienza del veicolo, i cuscinetti e tutti i componenti rotanti sono ottimizzati.

IDRApegasus nella sua ultima apparizione alla SEM 2014

La massa complessiva di IDRApegasus è di soli 33 kg, traguardo raggiunto grazie alla realizzazione di una monoscocca portante in fibra di carbonio sulla quale sono integrati i diversi sottosistemi del veicolo. La scocca è divisa in tre parti, una centrale e due coperture, anteriore e posteriore, che permettono di accedere alle ruote e al vano posteriore dove è posizionato il powertrain. Naturalmente sono presenti superfici “vetrate” in grado di assicurare una buona visibilità al pilota,  richiesta per superare i check tecnici prima della competizione.
L’aerodinamica esterna è stata concepita per minimizzare il Cx e la sezione frontale e cercando di generare una deportanza nulla E proprio in quest’ottica le ruote anteriori sono state carenate all'interno del corpo vettura e montate con un angolo di camber di -8°.
La ruota sterzante è posteriore e il pilota controlla il veicolo attraverso uno sterzo ad asse verticale. Il regolamento SEM 2015 prevede tuttavia un sistema sterzante sulle ruote anteriori, rendendo appunto non più conforme IDRApegasus.

Si riparte quindi da qui per cercare di migliorarsi ancora come Team e sviluppare un altro veicolo per il 2015 altrettanto competitivo, implementando il know-how acquisito fino ad adesso e ponendoci nuove sfide e obbiettivi, ma per iniziare abbiamo riportato a “casa” dal Museo IDRA11, la “mamma” di IDRApegasus.

IDRA11 da Lausitz vuole gareggiare a Rotterdam




22 ottobre 2014

On your marks, get set, go!

We were talking about it for monts. We understood that, after 6 years of activity, a blog would represent another way to tell our story.

No more constrained by the shortness of Facebook, and by the officiality of our website, but free to express creatively who we are and what we want to do.

Along these years we’ve been defined in many ways: madmen, inventors, recommended, loiterers and who knows how many others. No one, or maybe a few, gave the correct definition, because is really complicated to find the right one. First of all, we are students of Politecnico di Torino. We always begin from the premise that we do not know anything, and this consciousness pushes ourselves to carry out the most noble act as human being: learn.

The learning and growing path it’s seldom easy, but the opposite. Mistakes are always present, sometimes they are preparatory and make us grow up and fill our “backpack” with experience.

Second, we are in our own small way engineers. We are lucky to implement in practice what our professors of Poli teach us every day in the lectures. But it’s not only this: we have the wonderful possibility to directly and constantly match with high level enterprises and professionals. These opportunities trains every single Team member both in the professional point of view and in the personal one.

Last but not least we are dreamers. A celebrated Formula One driver used to say “It’s necessary to dream, but in the dream must be catch a glimpse of reality”: this it’s what we do. We dream about giving our personal contribution to the future of automotive and we do dream to participate to that historic change that will lead at a totally different way to conceive the automotive world. We do not want to be spectators anymore, but directors of a new sustainable mobility.


This is Team H2politO, this is our essence.



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21 ottobre 2014

Pronti, partenza, via…

Torino, 21/10/2014

Ne parlavamo da mesi.  Abbiamo capito che, forse, dopo 6 anni di attività, il blog potrebbe rappresentare un altro modo di rappresentarci.

Non più vincolati alla sinteticità di Facebook e al ufficialità del sito internet, ma più liberi di esprimere creativamente ciò che siamo e cosa vogliamo fare.

In questi anni ci hanno definito in qualunque modo: pazzi, inventori, raccomandati, perditempo, e chi più ne ha più ne metta. Nessuno (o forse pochi) hanno dato la definizione più corretta, perché è davvero difficile trovarne una univoca.  Innanzitutto, siamo degli studenti del Politecnico di Torino. Noi partiamo sempre dal presupposto di non sapere nulla e questa presa di coscienza ci spinge a compiere l’atto più nobile di ogni essere umano: imparare.

Il percorso di apprendimento e crescita non è sempre facile, anzi tutt’altro. E non mancano gli errori, in alcuni casi sono propedeutici e ci fanno crescere e riempire il nostro “zaino” di esperienza.

In secondo luogo siamo (seppur nel nostro piccolo) ingegneri. Abbiamo la fortuna di poter applicare concretamente ciò che i nostri Prof. del Poli ci insegnano ogni giorno a lezione. Ma non solo: abbiamo la magnifica possibilità di poterci confrontare direttamente e costantemente con aziende e professionisti di alto livello. Queste opportunità formano ogni membro del Team sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista caratteriale.

Infine, ma non meno importante, siamo dei sognatori. Un famosissimo pilota di formula uno diceva che “Sognare è necessario, ma nel sogno va intravista la realtà”: ed è proprio quello che facciamo. Sogniamo di poter dare il nostro contributo al futuro dell’automobile e  sogniamo di poter partecipare a quel cambiamento “storico”, che porterà a concepire l’automobile in maniera diversa. Non vogliamo più essere gli spettatori paganti ma i registi di una nuova mobilità sostenibile.


Questo è il Team H2politO, questa è la nostra essenza. 

P.S: Ancora stiamo lavorando per migliorare la grafica del blog...molto presto avrà una nuova veste!!